Un ragù veloce veloce, da leccarsi fin dietro i lobi delle orecchie, che si può anche congelare e adatto a qualsiasi preparazione, dal piatto di pasta alle lasagne fino ad arrivare a bruschette, crostini, brioche salate, fette di panettone e donuts? Ok, ci siamo spinti in là, ma quando c’è un ragù del genere ogni scusa è buona!
apete da dove deriva il termine “ragù”? Fermi lì, non vale aprire subito Google e andare alla ricerca dell’etimologia della parola: se non vi sovviene in mente nulla, non preoccupatevi: ci siamo qui noi.
La parola “ragù” deriva dal francese “ragoût”, che significa “stufato”. Il termine francese, a sua volta, deriva dal verbo “ragoûter“, che significa “riaccendere il gusto”.
Chiaramente poi, questo termine è andato a descrivere un tipo di cottura lenta e a fuoco basso, che era utilizzato per elaborare il ben famoso sugo che tutti noi conosciamo.
Con il tempo, il termine “ragoût” è entrato nella cucina italiana, dove è diventato “ragù”. Il ragù italiano ha subito alcune modifiche rispetto alla versione originale francese, adattandosi ai gusti e alle tradizioni culinarie locali.
Adattamento is the key.
Perché vi diciamo tutto questo? È presto detto: molto spesso ci fissiamo sulle cose come manco la colla a presa rapida alle nostre dita. Questo termine ne è la prova: pochissimi conoscono le sue origini e il vero significato dietro la parola “ragù”.
E se davvero tutto nasce dal concetto di risvegliare il gusto, cosa ci impedisce di provare un’alternativa completamente vegetale, come quella che vi presentiamo qui sotto, che possa riaccendere la passioneh per il gusto senza torcere un pelo a nessuno, animali compresi?
“Ma non è la ricetta originale! ” potrebbe obiettare qualcuno.
Vero, giustissimo: ma neanche il ragù italiano solca in modo pedissequo la tradizionale preparazione da cui tutto prende vita e sapore. Infatti, l’elaborazione italica della ben nota ricetta francese vede un uso diverso degli ingredienti e dei condimenti, per essere adattata al gusto della popolazione stivalica.
Quindi, se di un adattamento della versione originale si tratta… perché non può a sua volta essere riadattata, mutuarne il nome e viver serenamente, felice e contenta, sui nostri piatti?
Secondo noi è assolutamente lecito chiamare questo preparato ragù, ma giusto per non cadere in errore ci sentiamo di aggiungere di tempeh. Come si dice: parole chiare, amicizia lunga. E pance piene.
È uscito il nostro primo libro!
L’insostenibile leggerezza vegetale, un viaggio nel mondo della cucina plant based con 80 ricette originali e nuove, con alcuni grandi classici. Un grande viaggio attraverso la nostra storia, smontando i più comuni preconcetti legati al mondo dell’alimentazione veg. Insomma, un libro per chi non si accontenta della solita minestra.
La ricetta del Ragù di Tempeh
Il ragù di tempeh è una preparazione facile e versatile: la consistenza morbida del tempeh lo rende un ottimo alleato in questo sugo. Servito con la pasta, il ragu di tempeh trasforma un semplice piatto in un pasto completo e gustosissimo.
DUE INFO VELOCI
INGREDIENTI
PASSO A PASSO
ANCORA UNA COSA
Questo ragù si sposa perfettamente con un piatto di pasta fumante e una bella grattata di formaggio vegetale. Oppure, come meraviglioso ripieno per delle golosissime lasagne. E perché no, anche su una bella fetta di pane abbrustolita, condita con un giro d’olio e qualche ago di rosmarino sminuzzato.