Arriva il momento nella vita di una coppia, ma pure di un singolo, in cui si devono necessariamente fare i conti con il numero di impegni accumulati, il tempo a disposizione e soprattutto lo stress nel dover gestire ogni singolo dettaglio di quanto messo in campo sino a oggi. Evidentemente, per noi due, quel giorno non è arrivato…
anto perché non avevamo abbastanza da fare, vero?
Ad esempio un matrimonio da organizzare, che comprende la ricerca di una location adatta a coronare i nostri sogni di un bel ricevimento in mezzo al verde, con tanti prati, alberi a perdita d’occhio, fiori e soprattutto pacchetti e pacchetti di Reactine per contenere l’incontenibile allergia al polline di Ric.
E poi acqua, tanta acqua, un lago di acqua, quasi a ricordarti che va bene brindare alla salute di tutti, ma finire a sguazzare dentro lo specchio liquido come una nutria ubriaca non è proprio il massimo che si possa pianificare per il giorno più importante delle nostre vite. Un memento costantemente sotto i nostri occhi, a sottolineare come il bicchiere non dovrà alzarsi troppe volte verso le nostre labbra. Più che altro, un bagnino era decisamente al di fuori del nostro budget.
E il catering, importantissimo catering completamente vegetale, nella speranza di accontentare anche gli invitati onnivori e soprattutto i parenti carnivori, già pronti a mettere il proprio veto su qualsiasi piatto a base di tofu “perché quella roba ve la mangiate voi”.
A proposito dei parenti, questi due mesi sono stati allucinanti: non abbiamo mai assistito a così tanti occhi languidi in un colpo solo, una serie di sguardi ammiccanti e seducenti, che accompagnavano dolci parole come “eddai, uno strappo per noi… almeno un arrosto…” pronunciate da chi ignora tutte le volte in cui noi due ci siamo trovati nella stessa identica situazione, chiedendo gementi e piangenti in svariate valli di ristoranti una qualsivoglia alternativa vegetale per i nostri stomaci. What comes around… ma soprassediamo.
Nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, è quasi tutto fatto e in ordine. Mancano solo le fedi, gli abiti per i due sposi e i confetti. Alla peggio, ci ritroveremo come le star a sposarci in costume da bagno (il lago lo abbiamo trovato davvero, alla fine), scambiarci le linguette delle lattine di bibita gassata pronunciando il fatidico “si lo voglio” e distribuiremo caramelle gommose plant based come bomboniera. E chi si è visto… si è sposato.
È uscito il nostro primo libro!
L’insostenibile leggerezza vegetale, un viaggio nel mondo della cucina plant based con 80 ricette originali e nuove, con alcuni grandi classici. Un grande viaggio attraverso la nostra storia, smontando i più comuni preconcetti legati al mondo dell’alimentazione veg. Insomma, un libro per chi non si accontenta della solita minestra.
“Al giorno d’oggi, scrivono libri proprio tutti…”
Mica solo, ovviamente: perché in questo turbinio di emozioni e di musiche che Mendelssohn levati proprio, ci è venuto pure in mente di pubblicare un libro.
Oddio, a essere onesti il libro è venuto in mente a quegli scellerati di Rizzoli, che han deciso di proporci un’avventura letteraria a suon di ricette e aneddoti sul mondo dell’alimentazione plant based.
Abbiamo passato un’intera estate a sfornare ricette, molto spesso letteralmente, provando e riprovando una ottantina di piatti pressoché mai pubblicati prima, correggendo porzioni, ingredienti, tecniche e procedure.
E le abbiamo condite con tante di quelle parole da stordire un rinoceronte, perché non solo di ricette vive un uomo. Volevamo tentare un esperimento, che scardinasse alcuni dei preconcetti più gettonati che ruotano attorno al mondo dell’alimentazione vegana, comprovando definitivamente la loro inconsistenza con dieci ricette a preconcetto.
Otto capitoli, dieci ricette per capitolo, un botto di foto e capirete al volo di che impresa titanica stiamo parlando. Almeno per noi, freschi di penna e di scribacchinità.
E quando ti esce il libro?
A marzo. Il 28 Marzo per essere precisi, quindi a conti fatti il libro sarà già presente in tutte le librerie d’Italia e online proprio mentre scorrete con gli occhi questo fiume di parole.
E quindi, siamo a due: matrimonio e libro. In un colpo solo, nella stessa finestra temporale. Già ci vediamo durante i veglioni di Natale e Capodanno, tra amici e parenti, rispondere alle domande tipo “e come è andato il tuo anno?” con una roteata di occhi e un laconico “mah, sai, le solite cose: ci siamo sposati, abbiamo pubblicato un libro, Luca ha lasciato il lavoro per dedicarsi completamente al progetto Di Pazza… il solito tran tran. Il tuo, invece?”
Non di soli social vive un uomo. Forse.
E poi, il canale social. Anzi, i canali social, perché vorrete mica concedervi il lusso di mancare da qualche social network? Sia mai, pazzia alla mano abbiamo aperto un profilo Di Pazza su ogni singolo social esistente in Italia. A parte Be Real, Grindr e Subito.it siamo dappertutto, che manco in Alien nella iconica scena in cui Bill Paxton grida disperato “vengono fuori dalle f***ute pareti!”.
E ovviamente, il mondo social non può che regalarci delle meravigliose perle, delle delizie che manco Suor Germana ai tempi d’oro, pace all’anima sua.
Tanto per cominciare, Instagram decide di punto in bianco di toglierci completamente la possibilità di fare delle collab, quel sistema ingegnoso che consente a due profili di pubblicare lo stesso contenuto in contemporanea, profilandosi entrambi come autori. Certo, perché noi di queste cose mica ci campiamo, vero Meta? Figurati se ci cambia qualcosa ad avere una funziona così essenziale, soprattutto per ampliare la propria community.
Poi, come se non bastasse, Meta bisticcia con SIAE come manco le due coppie di genitori del film “Carnage” han saputo fare. Di punto in bianco, a causa del mancato accordo tra le parti, il nostro profilo e quello di migliaia di creator si trasforma in un acquario. Tutti i video sono muti e le nostre bocche si aprono e si chiudono alla disperata ricerca di un po’ di ossigeno, senza ottenere alcun risultato. Muti. Silenziosi. Proiettati di colpo nel 1900, se non fosse per il colore e le transizioni ad effetto.
Per una coppia di creator che sull’ironia e sulla voce basa tutto il suo contenuto, direi che non c’è male. Ci siamo ridotti a cantare le nostre ricette, per tentare di ovviare al problema. A oggi, purtroppo, niente di nuovo sotto il sole SIAE.
Che dire, confidiamo nel futuro.
Poteva bastarci? Ma manco per scherzo.
In tutto questo baila baila bailame potevamo secondo voi tirare un attimino il fiato? Concederci il lusso di una frazione di secondo a mollo, senza batter ciglio, nel tentativo di riacquisire le forze e arrivare preparati alle prossime sfide?
Manco per i marron glacè, troppo facile.
E quindi, che ti combinano i due pazzi?
Ti aprono un sito nuovo.
Completamente nuovo. Ma proprio che non c’entra una fava con il precedente, delle dimensioni di un aeroporto americano e con un quantitativo di aree, sottoaree, sottocartelle, newsletter, ricchi premi e cotillon che il carnevale di Rio al confronto diventa una festicciola intima tra pochi amici. Due tecnici, un grafico, un fotografo, una fraccata delirante di idee messe in cantiere per questo nuovo pezzettuccio dell’ecosistema Di Pazza…
… e ovviamente, non siamo riusciti a completarlo per tempo.
O meglio: il sito c’è, e infatti ci siete bellamente sopra in questo momento (a proposito: ciao! E benvenuti!), ma non è ancora lontanamente come l’avevamo pensato.
Scrivere articoli richiede tempo, trasportare ricette anche, scattare foto manco ve lo diciamo. E proprio in queste ore, in concetto di tempo ci sfugge tra le dita come la sabbia fine di Ostia Lido. E all’orizzonte si fanno minacciose delle belle nubi cariche di impegni e scadenze, che vogliamo proprio vedere quando riusciremo a mettere completamente in bolla il nuovo dipazza.it. Perché ci sono davvero tante idee: scrivere articoli, tanti articoli, dei temi che solitamente trattiamo in versione ridotta su canali social, pena la perdita dell’attenzione da parte della community. Articoli sul cibo, sui ristoranti, ma anche guide alle città che tanto amiamo e che tanto avete chiesto, per orientarsi all’interno delle varie – o meno – proposte plant based che si potranno trovare tra vie e vicoletti.
E le ricette, chiaramente: tante ricette dai nostri canali social, ma anche moltissime ricette originali che potrete trovare solo su queste pagine. Insomma, un vero e proprio spazio online dove perdersi in contenuti più lenti, tranquilli, prendendosi tutto il tempo necessario.
Quello che manca a noi, come dicevamo.
Ma tant’è: questo sito s’addoveva lanciare, e quindi eccoci qui.
Che ne dite? Caruccio vero? Si presenta bene, dai.
Iniziate a spulciarvelo, a girovagarlo, a esplorare le sue aree e a registrarvi alla newsletter, così restiamo in contatto più facilmente rispetto a dover azzeccare ogni volta il terno sull’algoritmo dei vari social. Niente spam, promesso: solo qualche mail ogni tanto per ricordarvi che ci siamo e per raccontarvi cosa stiamo combinando.
Perché ovviamente, ci son già altre novità in cantiere.
O sui fornelli, come preferite.
With Love,
Luca e Ric.