Se c’è una pietanza versatile e che sta bene con tutto, sono proprio i Falafel: ottimi da soli, accompagnati da una salsina che maaadre, oppure infilati goduriosamente in una pita, conditi da salsa piquanteh, ma anche in una insalatona, nel minestrone, nel cappuccino, appese al collo in una parure salva-fame…
mmaginate la scena: siete in giro da ore per le vie della vostra città, ormai è ora di pranzo e non avete la più pallida idea di dove infilarvi a mangiare un boccone qualsiasi. Il vostro stomaco gorgoglia violentemente e davanti a voi solo ristoranti di pesce, di carne, hamburgherie, cinesi estremi che propongono zampe d’oca e lingue di gallina, le peggio amenità del mondo animalo e neanche un oasi di pace e tranquillità per chi avesse voglia addentare un qualsivoglia piatto a base vegetale. Possibilmente gustoso, perché diciamocelo: di mangiare insalata e spaghetti al pomodoro ne abbiamo fin sopra i capelli (ad averli).
Siete di che perlustrate le vie in lungo in largo, senza la benché minima speranza di trovare qualcosa di commestibile, quand’ecco che davanti a voi si para il sempiterno kebabbaro: una costanza in qualsiasi città, il negozietto che riesci a intercettare a chilometri di distanza, con la sua scia di aromi inconfondibile.
“E che ci facciamo noi con un kebabbaro” chiederete giustamente “visto che il kebab è un prodotto tutto fuorché vegano?”
Ci facciamo, ci facciamo, perché accanto all’abnorme kebab, tutto grasso e animalità, ecco fare capolino timidamente la nostra salvezza alimentare: la delizia sferica, il bocconcino prelibato, la pallottolina maron cento per cento vegetale, uno degli elementi portanti della cultura alimentare israeliana ed ebrea.
Và che bei bal, i falafel.
Esatto, stiamo parlando dei falafel: una ceciosità senza fine, speziatelle come si confà alle migliori ricette mediorientali, queste biglie delle meraviglie hanno salvato tantissimi pranzi di noi Di Pazza, e anche qualche serata un po’ alticcia, dopo qualche drink con amici.
La ricetta tradizionale vuole l’uso di ceci rigorosamente secchi e reidratati in acqua per svariate ore. Ritroverete il passaggio anche su questo schermi, pur tuttavia abbiamo scelto la versione più salutare di cottura, nella quale non friggiamo queste perle leguminose ma le ripassiamo velocemente nella pratica friggitrice ad aria.
Tieh: tradizione e modernità insieme, per un piatto dai sapori scoppiettanti!
È uscito il nostro primo libro!
L’insostenibile leggerezza vegetale, un viaggio nel mondo della cucina plant based con 80 ricette originali e nuove, con alcuni grandi classici. Un grande viaggio attraverso la nostra storia, smontando i più comuni preconcetti legati al mondo dell’alimentazione veg. Insomma, un libro per chi non si accontenta della solita minestra.
La ricetta dei Falafel
I falafel sono una deliziosa specialità culinaria mediorientale a base di ceci tritati e spezie. Questi deliziosi polpettine possono essere serviti come street food o come accompagnamento a pietanze più elaborate. Solitamente vengono fritte, ma oggi vi proponiamo la versione più leggera: in friggitrice ad aria!
DUE INFO VELOCI
INGREDIENTI
PASSO A PASSO
ANCORA UNA COSA
Non avete la friggitrice ad aria? No panic: basterà disporre i nostri falafel su una placca da forno e cuocere a 180° per 20/25 min, girandoli a metà cottura e controllando che non secchino troppo: devono rimanere croccanti fuori e fragranti dentro!